Sulle bandiere esposte sui balconi compare la parola pace: ma quale è il significato di questa parola, anche oltre il significato del gesto di esporla?
Abbiamo cercato di ottenere definizioni di questo concetto, a un livello astratto, ma abbiamo anche sollecitato gli intervistati a ragionare su cosa fossero gesti concreti di pace.
Contemporaneamente, la pace può essere osservata a un livello macro, dei rapporti tra Stati, delle relazioni internazionali e quindi delle guerre in senso stretto, oppure a un livello micro, di rapporti interpersonali, di vita quotidiana e di gestione di conflitti quotidiani.
Queste diverse dimensioni sono presenti nelle concezioni di pace che si celano dietro le bandiere? Se sì, quanto sono importanti queste diverse accezioni di pace, e quali sono le relazioni tra dimensione astratta e concreta, tra dimensione globale e locale?
La parola pace scritta sulle bandiere si contrappone ovviamente alla guerra, quindi innanzitutto l'idea di pace emerge chiaramente come assenza di guerra. Si tratta in questo caso di una dimensione macro, politica in senso tradizionale. Ma nel momento in cui la parola pace viene riempita di contenuti più specifici, che non si contrappongono semplicemente al suo opposto, emergono soprattutto aspetti micro, relazionali e quotidiani, meno politici in senso stretto.
La pace viene allora definita soprattutto come dialogo, costruzione di un rapporto basato sulla ricerca di comprensione e comunicazione, come rispetto degli altri, in particolare delle diversità, o ancora come tolleranza.
Questi contenuti positivi si rafforzano nella contrapposizione alla pace di atteggiamenti, ritenuti diffusi e a volte ineliminabili, di sopraffazione dei più deboli, di supremazia, di aggressività e violenza.
Queste affermazioni disegnano allora una idea di pace come modalità di gestione dei rapporti con gli altri, in altre parole una definizione pragmatica di pace, che rimanda alla gestione dei conflitti quotidiani, e non rimanda necessariamente (o consapevolmente) a una dimensione macro e politica, che potrebbe dire qualcosa sul contesto in cui questi conflitti si sviluppano.
Rientra in questa idea pragmatica di pace anche il tema delle rivalità e delle gelosie originate dalle differenze. Per alcuni pace é accontentarsi di quello che si ha, rinunciare anche a qualcosa di cui si potrebbe aver bisogno; è anche questo un gesto concreto, e molto micro, praticabile da chiunque, ma che si aggancia a una accezione più macro e globale di pace. Che ha a che fare con la distribuzione delle risorse tra popoli, oltre che tra individui.
Un'altra parola avvicinata a pace, che si colloca tra macro e micro, ed è collegata al tema delle differenze (di ricchezza, di possibilità, ...) è la solidarietà.
La definizione macro di pace è invece numericamente meno significativa, e chiama in causa il tema della gestione legittima della violenza e la ricerca del dialogo a livello internazionale, la tutela dei diritti umani e l'uguaglianza tra popoli. In negativo, viene contrapposta alla distribuzione disuguale delle risorse e allo sfruttamento, alla volontà di dominio a livello mondiale.
Domande
Quali sono le radici della pace? Sono da cercarsi in una dimensione politica, di rapporti di dominio e di disuguaglianza, a livello micro e macro, o in un sentimento di appartenenza all'umanità? Sono in entrambi o altrove?
La pace é assenza di conflitto, o piuttosto un modo diverso di affrontare il conflitto, per gestirlo?