Le bandiere di pace nascono, alla vigilia della seconda
guerra in Irak, per essere mostrate dai balconi. Così le persone che
abbiamo ascoltato, che hanno esposto la bandiera all'esterno delle loro
case, hanno innanzitutto voluto mostrare un bisogno di pace e un rifiuto della
guerra. Hanno mostrato qualcosa di sè, che avevano dentro -
idee, opinioni, emozioni - l'hanno reso visibile all'esterno, hanno compiuto
un gesto pubblico. In questo senso la bandiera di pace è una
comunicazione di pace.
Ma pare che questa comunicazione di pace si fermi all'esposizione
- di sè, delle proprie idee ed emozioni - che trova forza nella visione
della esposizione degli altri, conosciuti o sconosciuti. Rarissimamente la
comunicazione verso un fuori non precisato, generico e anche anonimo - i vicini,
i passanti, chiunque in fondo - ha portato a una comunicazione interpersonale
con i condomini, con la gente del quartiere. Si è creata una
non tanto piccola comunità delle bandiere di pace, legata da un comune
senso di rifiuto di una guerra precisa, ma questi legami, con un fondamento
sentimentale e razionale, non hanno prodotto relazioni nel quartiere e nei
condomini; non si sa di preciso cosa sentano e pensino gli altri che hanno
messo la bandiera, o quelli che non l'hanno messa. E' una comunità
di opinioni ed emozioni che non si è incontrata nei luoghi della vita
quotidiana che condividono, eventualmente si è ritrovata altrove, durante
manifestazioni allargate o dibattiti pubblici, nelle scuole o nelle
piazze.
Le bandiere di pace, piccolo grande gesto simbolico domestico e locale,
concreto e incorporato nella vita di tutti i giorni, non hanno innescato
processi comunicativi e relazionali altrettanto concreti e radicati nella
vita di tutti i giorni. Se le bandiere rispondono a un bisogno di comunicazione,
si tratta di una forma di comunicazione che non mette in gioco i rapporti
concreti di tutti i giorni, che non richiede un investimento sugli
altri concreti che ci circondano. Contemporaneamente, sono servite alla riproduzione
della comunicazione dei mass media, dei dibattiti più o meno politici
in televisione o sui giornali. Ma questo è un altro problema.